È impressionante vedere come nella nostra lingua alcuni termini che al maschile hanno il loro legittimo significato, se declinati al femminile assumono improvvisamente un altro senso, cambiano radicalmente, diventano un luogo comune, un luogo comune un po’ equivoco che poi a guardar bene è sempre lo stesso, ovvero un lieve ammiccamento verso la prostituzione.
Prendiamo spunto dall’incipit del monologo di Paola Cortellesi per raccontare il nostro spettacolo “Attente al lupo”.
Quante volte abbiamo sentito questa affermazione per giustificare un insulto ad una donna in quanto donna, o al suo corpo o ai suoi atteggiamenti o al suo modo di vestirsi? Ma no, non sono solo parole. Sono offese. E’ un modo di pensare maschilista in una società maschilista dove l’uomo, tutto sommato, può dire ciò che vuole senza doversi sentire in colpa per questo.
L’uomo è sempre quel figlio un po’ scapestrato ma sempre buono in fondo all’anima, quello che “saluta sempre”. Ecco, a quell’uomo, stereotipo del maschio italiano, viene giustificata qualsiasi parola utilizzi.
Stimolare una riflessione su parentesi quotidiane, che di fatto possono nascondere situazioni di pericolo. Aiutare il pubblico a leggere in maniera diversa tutte quelle situazioni che «sono sempre state così».
A volte socialmente accettate, altre semplicemente giustificate, frasi tipo «è fatto così» «si usa così» insieme a pretese, richieste, azioni singole, possono avere un significato ben più profondo. Possono degenerare ed essere sintomo di un contesto malato, di una relazione tossica e anticipare situazione di violenza estrema.
Attraverso delle letture teatrali racconteremo queste forme di violenza.
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Regia
Fabrizio Caperchi
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Interpreti
Azzurra Ambrosi
Valentina Giuliani
Eleonora Lattisi
Linamaria Palumbo
Elisabetta Romano
Massimo Tortorici
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MUA
Ilaria Busecchian