Trieste per me è una città sospesa e sognante, nei suoi incredibili colori durante i tramonti di fine estate, negli arancioni dei cieli, o nei blu serali di cui i palazzi fioriti si vestono; nelle architetture art nouveau che inaspettatamente accolgono se l’occhio si posa un attimo a guardare attraverso il rumore del traffico di via Commerciale, o se ci si inerpica senza meta nel silenzio del quartiere di San Vito.
Volti, statue, divinità silvestri, santi, madonne, serpi e aquile popolano ogni angolo di questa città cosi tante volte attraversata da eventi strazianti e luttuosi, e sono segno di una devozione che con tante lingue e tante facce ha riempito questa zona aspra e bella.
Trieste è un sogno da cui spesso si fatica a risvegliarsi.
Per me quest’anno Trieste è stata un transito; un transito tra un passato ancestrale e i giorni odierni; un transito tra Oriente e Occidente. Ho voluto celebrarla e ringraziarla nelle mie opere. Ho voluto rivederla come un posto magico, spirituale, multiculturale e multietnico, attraverso gli occhi del sogno e della visione.
Così è diventata il luogo del congresso di Spiriti e Dei.
In Giappone nella città di Izumo Shi ogni anno ad ottobre (Kaminazuki – il mese senza divinità) tutti i Kami Shintoisti si radunano per la loro personale festività : qui si ritrovano e celebrano con un grande Matsuri; qui dopo la festa si riposano e dormono nei templi a loro dedicati.
In questo ottobre anche il mio personale convegno spirituale si celebra con questa mostra.
Dall’antichità celtica e precristiana, dall’oriente e da quei luoghi dove i nomi non necessariamente servono, ho “invitato” entità tra loro diverse ma molto simili. Per ricordarmi e ricordare che ci sono molte più cose in cielo e in terra di quante ne possiamo vedere. Per celebrare la gioia di vivere, al di là dei problemi quotidiani. Per celebrare la speranza di un mondo che rinasce. Per celebrare la sacralità e la dignità di ogni atto umano ispirato. Per celebrare l’amore da cui ognuno di noi viene e verso cui ognuno di noi va.
Il mio sogno è che con questi miei lavori un po’ del divino che aleggia intorno a noi possa scendere e fondersi nelle nostre vite quotidiane, aprire gli occhi al sogno, a nuove vite.
I lavori presentati sono una selezione di acquerelli prodotti dalla fine del 2018 in varie parti del mondo e qui riuniti per chiudere un anno che ha cambiato in me la visione del mondo.
Non ho mai seguito delle scuole, mi sono ritrovato da piccolo con una matita in mano e ho cominciato a disegnare. Da allora non ho mai smesso.
Con miei lavori voglio indagare quel mondo che sta proprio a fianco a quello quotidiano, quello che tutti intuiamo, con la coda dell’occhio; quel mondo incastrato tra il sogno e la visione che da senso all’esistenza di ognuno.